In Roma ruggine e le nubi, Daniele Cestari trasforma la città in un paesaggio urbano sospeso tra memoria e visione: facciate novecentesche, tetti e sagome di architetture emergono per velature, stratificazioni e dripping in una palette calda di ruggine, ocra e grigi polverosi. Il cielo, attraversato da colature verticali e campiture lattiginose, accoglie la silhouette di un aeroplano che taglia l’orizzonte come una traccia di tempo, mentre in primo piano linee orizzontali e segni grafici costruiscono una prospettiva metropolitana spezzata e dinamica. La pittura procede per sottrazione e accumulo: impronte, abrasioni e campi semitrasparenti lasciano intravedere i passaggi del gesto, restituendo la vibrazione della città contemporanea tra atmosfera e architettura. Con la sua cifra inconfondibile—segno gestuale, senso del luogo, attenzione alla luce diffusa—Cestari aggiorna il genere del cityscape in chiave arte contemporanea italiana, facendo della materia pittorica un dispositivo di memoria: non una veduta letterale, ma l’eco di Roma filtrata dal tempo. Tecnica mista su tela: il dialogo fra impasti, velature e tracce grafiche conferma l’identità di una pittura atmosferica e stratificata, ideale per collezionisti e interni che cercano identità visiva, paesaggio urbano e una forte relazione tra architettura e pittura.